Il "Doppio Sogno" di Elisa Sighicelli




 IL “DOPPIO SOGNO” DI ELISA SIGHICELLI

Il giorno 4 novembre 2017 abbiamo avuto il piacere di partecipare all'inaugurazione della mostra dal titolo Doppio Sogno, di Elisa Sighicelli. La mostra è allestita a Torino, all'interno delle sale settecentesche di Palazzo Madama, dove le sue opere dialogano con i magnifici affreschi e dipinti del palazzo. I lavori fotografici dell'artista contemporanea internazionale, che ha esposto in importanti gallerie e musei in tutto il mondo, sono stampati su ampi teli di raso e su grandi pannelli in cartongesso, e sono un tentativo di fare coesistere nella stessa opera la bidimensionalita' della fotografia con i volumi dell'architettura barocca del palazzo catturata dalla fotografia, in un viaggio onirico tra realta' ed astrazione.
Le fotografie rappresentano l'inquadratura delle finestre della Veranda Sud di Palazzo Madama a diverse ore del giorno: il passaggio graduale di fotografie dai toni freddi ad altre con tonalita' calde, per l'artista indica lo scorrere del tempo e contribuisce a definire la profondità degli spazi.
Abbiamo avuto il privilegio di incontrare l'artista che dopo averci illustrato le sue opere, descrivendone le caratteristiche e le scelte stilistiche, ha acconsentito a rispondere ad alcune nostre domande.

 Innanzi tutto, perché ha deciso di intitolare la sua mostra "Doppio Sogno"?
È l'idea di una relazione tra realtà e rappresentazione. Sono partita da un elemento reale come la finestra o i riflessi sul muro e tramite la fotografia e la scelta del supporto di stampa ho cercato di trasformarli in una visione onirica. Queste opere sono una lavoro sulla luce in relazione all’architettura e all’idea di trasparenza, di riflessione. Il nome mi piaceva anche perché è il titolo di un libro di Arthur Schnitzler su cui Kubrick ha basato il suo film "Eyes Wide Shut".

C'è evidentemente un forte rapporto tra le sue opere e la luce, quindi che cosa significa la luce per lei? 
Forse l’idea di suggerire una presenza mutevole, di conseguenza le immagini sono dinamiche. Però dare un significato preciso non saprei. A me piace creare delle opere che possano suggerire delle sensazioni allo spettatore ma che non siano così specifiche e determinate, la lettura è molto aperta, ognuno trae dall’opera il proprio trascorso.

Perché la scelta di rappresentare le sue opere su un materiale come il raso? 
Ho deciso di utilizzare il raso per rendere la fluidità dei riflessi di luce. In questo modo l'immagine rimane morbida e fluttuante.

Perché invece l'utilizzo del cartongesso? E quali tecniche ha utilizzato per eseguire i lavori rappresentati su questo tipo di materiale? 
Nel caso di alcuni lavori, che rappresentavano porzioni di pareti della Veranda Sud, ho preferito utilizzare come materiale il cartongesso perché mi interessava creare una relazione tra il soggetto della foto e il materiale su cui è stampata, per cui ho scelto un materiale con cui effettivamente possono essere costruite le pareti. La tecnica è un'invenzione. È una stampa digitale su cartongesso successivamente ritoccato in alcuni punti con vernice opalescente, per fare risaltare quelle porzioni della fotografia che rappresentavano le zone illuminate. i lavori sono un mix tra una stampa digitale e una pittura.

Sappiamo che lei è un'artista internazionale, che ha esposto in diversi paesi europei ed extraeuropei. Perché la decisione di lavorare proprio sulla Veranda Juvarriana? 
È stata una scelta piuttosto casuale mi è capitato di vedere questa finestra e di aver provato a fotografarla. Infatti trovo che queste finestre siano stupende, l'architettura del palazzo è tutta fatta di luce, riflessi e trasparenza.

Per finire vorremmo porle una domanda riguardo a lei come artista: che cosa significa essere un'artista donna nella società odierna?     
Questa è una questione pratica perché le donne fanno sempre più fatica degli uomini non solo nella professione artistica, ma in qualsiasi professione, semplicemente perché se hanno una famiglia da accudire, hanno un doppio lavoro. Perciò secondo me essere un'artista donna vuol dire fare i conti con il proprio tempo disponibile. 


Laura Chiara Antonucci
Giorgia Neira

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